24 maggio 2006

Fuori Schema

Questo messaggio lo dedico ai folli.
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.
Potete citarli. Essere in disaccordo con loro.
Potete glorificarli o denigrarli, ma l'unica cosa che non potete fare è ignorarli.
Perchè riescono a cambiare le cose.
E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, io ne vedo il genio.
Perchè solo coloro che sono abbastastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

Vivete Fuori Schema!!!

1 commento:

  1. “La pazzia è una forma di normalità” (Pirandello): ogni essere umano ha più facce, che oltre ad essere generate dall’opinione che gli altri si fanno di noi, esprimono ciascuna un nostro lato, quello dolce, quello scherzoso, quello amichevole, quello passionale, quello cattivo e…quello pazzo, che dunque è una parte di noi. C’è chi più e chi meno, ma in fondo siamo tutti pazzi, o almeno folli, per questo la pazzia è una forma di normalità. Si finisce troppo spesso per chiamare “follia” quella che in realtà è una forma superiore di saggezza o una luminosa chiaroveggenza. Il folle è chi non s’adegua, chi vede oltre, chi vede dentro…Il folle è colui che è ancora capace di descrivere i pensieri delle
    persone e di raccontarle come se uscissero da un quadro…è genio, è sogno, è inventiva, è energia, è ricerca. Il folle è colui che forzando i limiti dell’apparenza e della cosiddetta normalità, coglie la verità nella vertigine di un attimo e dopo che l’ha “vista” non può più abbandonarla. Trovarsi davanti a un folle, sapete che significa? Trovarsi davanti a una persona che ci scrolla dalle fondamenta tutto quanto abbiamo costruito in noi, attorno a noi, la logica di tutte le nostre costruzioni”. E questo ci mette in crisi.. “Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza” (Pirandello, Il berretto a sonagli).

    Il folle è considerato tale perché danza da chi non riesce a sentire la musica…che ha dentro! Per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi d'ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali che esplodono tra le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno oh!

    E’ la pretesa normalità la vera pazzia del nostro tempo. Sono le consuetudini immobili, il conformismo passivo, le certezze stereotipate, il consumismo alienante, la routine avvilente.
    Non bisogna confondere, come molto spesso viene fatto, la responsabilità colpevole con la follia innocente. La banalità del male e dell’errore (orrore) con la straordinarietà del bene e della verità. Non offendiamo la follia.

    Il manicomio è una grande cassa di risonanza
    e il delirio diventa eco
    l’anonimità misura,
    il manicomio è il monte Sinai,
    maledetto, su cui tu ricevi
    le tavole di una legge
    agli uomini sconosciuta
    Io ero un uccello
    dal bianco ventre gentile,
    qualcuno mi ha tagliato la gola
    per riderci sopra
    non so.
    Io ero un albatro grande
    e volteggiavo sui mari.
    Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
    senza nessuna carità di suono.
    Ma anche distesa per terra
    io canto ora per te
    le mie canzoni d'amore.

    Alda Merini, da La Terra Santa (1984)

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